6. Un ruolo sul territorio

Ritengo prioritaria per l’Università di Cagliari la “terza missione”, cioè la partecipazione attiva dell’Ateneo allo sviluppo sociale ed economico del territorio, sostenendo i processi di innovazione che emergono dal confronto con esso ma anche stimolandone di nuovi.
A livello internazionale c’è un forte dibattito su come l’università stia gestendo e debba gestire il proprio rapporto con il territorio. In molti casi si è visto come l’introduzione della terza missione abbia portato a integrare e valorizzare le funzioni ad essa collegate con quelle più tradizionali di ricerca e didattica. Recenti studi hanno permesso di constatare che non esiste un modo univoco di realizzare efficacemente la terza missione: ciascun approccio va individuato a partire dalle caratteristiche del territorio e dello specifico contesto universitario. Questo significa che tutti dobbiamo partecipare a costruire la relazione con il territorio: l’Università non può che sostenere attivamente tutte le strade che i propri ricercatori troveranno per generare ricchezza culturale, sociale ed economica. Tra le tante possibilità, una strada percorribile è quella di sostenere i processi di creazione d’impresa favorendo il trasferimento della cultura verso progetti imprenditoriali.
La strutturazione attuale dell’Università non favorisce la condivisione di saperi tra diverse discipline, eppure è da essa che nascono le idee più innovative. Piccole esperienze pilota all’interno dell’Ateneo, come ad esempio il Contamination Lab, stanno dimostrando che è possibile creare occasioni di condivisione in grado di favorire l’individuazione di saperi di base che possono essere messi a disposizione di tutti. La trasversalità e la contaminazione tra conoscenze e saperi diversi rappresenta il ponte che può collegarci sempre di più alle esigenze del territorio.
Credo sia il momento per Unica di offrire alle persone che vi lavorano (e in particolare a ricercatori, personale tecnico amministrativo, studenti) l’opportunità di investire in formazione trasversale rispetto a quanto previsto dagli specifici ambiti di competenza. Saranno sviluppati progetti di formazione legati alle lingue straniere (in primis l’inglese, con le sue varie declinazioni specialistiche e grazie all’importante ruolo svolto dal Centro Linguistico di Ateneo), ma anche a una più solida cultura digitale, ai concetti fondamentali della proprietà intellettuale, alle tecniche gestione di progetti, e naturalmente alle competenze di progettazione europea. Particolare stimolo verrà dato all’approfondimento delle nozioni base della comunicazione istituzionale e di quella scientifica, che necessariamente devono essere distribuite fra quanti, nei diversi contesti, durante lo svolgimento del proprio compito “parlano” a nome di Unica e contribuiscono a definirne la reputazione.
Verranno potenziate le sinergie con enti di ricerca sul territorio, certamente il CRS4, ma anche i vari enti di ricerca nazionali presenti in Sardegna in particolare per la presentazione di progetti comuni di ricerca, e l’ateneo di Sassari.
Verranno identificate le basi di dati che possono essere rilasciate in formati e con licenze aperte (“open data”) e rese accessibili a tutti. Questi dati potranno essere la base per analisi, ricerche e attività imprenditoriali anche a vantaggio di persone esterne all’Università. Si tratta di un’iniziativa fortemente incoraggiata a livello europeo, già intrapresa da numerose organizzazioni pubbliche in Italia. Oltre ai benefici per il territorio e al ritorno in termini di reputazione, un effetto previsto è quello di consentire la realizzazione di studi e analisi indipendenti sulle performance dell’Università che possano aiutarci a migliorare o, ancora, lo sviluppo di applicazioni per dispositivi mobili che possano rendere più accessibili i nostri servizi, in particolare quelli agli studenti.