5. Ricercare e finanziare la ricerca

La ricerca, sia essa applicativa o di base, è l’elemento fondamentale per ogni Università. I risultati della ricerca sono elementi di valutazione e premialità e, insieme, un mezzo di affermazione del nostro ruolo e di attrattività. Da molti anni l’università italiana soffre di una riduzione di finanziamenti e dell’assenza di strategie per la ricerca. Anche il finanziamento da parte di aziende è raro. I finanziamenti sono ormai quasi esclusivamente europei, attraverso tutte le declinazioni del programma Horizon2020, o regionali, attraverso la legge 7/2007, oltre a quelli che derivano dall’essere sede di altri istituti di ricerca.

Deve quanto mai essere chiaro che un ricercatore moderno deve essere sia in grado di svolgere ricerca di alto livello, sia di interrogarsi sulla finanziabilità della propria ricerca. Il programma Horizon2020 con la sua struttura divisa in tre pilastri (quello della ricerca industriale, quello della ricerca di eccellenza, quello delle sfide sociali) ci dice che dobbiamo domandarci se la nostra ricerca ha una ricaduta industriale, se intercetta una priorità della nostra società (salute, ambiente, cibo, energia, cultura, etica…) o se la nostra è eccellente ricerca di base. Anche i bandi ERA sull’impatto della cultura sulla nostra vita e la società ci chiedono di essere competitivi su scala europea.

La richiesta di eccellenza impone che questo Ateneo faccia grandi sforzi per far crescere i nostri dottorandi, assegnisti, ricercatori in un percorso attraverso il quale la loro qualità sia evidente, dimostrabile, documentabile tenendo conto delle specificità delle diverse discipline. Anche in questo caso l’Europa offre standard che ci devono guidare. Il fatto che un assegnista sia invogliato a partecipare a un bando europeo di cui potrà essere responsabile lo porterà a confrontarsi con standard europei che diventeranno parte della sua cultura.

In questi ultimi anni Unica ha ottenuto importanti risultati nella progettazione europea ed è aumentato il supporto ad essa anche in termini di definizione di regolamenti e procedure. Dovranno essere identificati incentivi alla partecipazione ai progetti anche in termini di spazio fisico, fino all’individuazione di un “incubatore” di progetti europei dove si concentrino progetti e servizi e dove i ricercatori possano collaborare e cooperare costruttivamente.

Ricerca è un termine molto generico e raccoglie tante tipologie di attività che hanno bisogno di infrastrutture ben diverse per dimensioni e costi. Oltre a sfruttare i fondi regionali che hanno portato a costituire, per esempio, il CESAR e il PoliLAB, dovremo essere in grado di accedere a fondi europei. Grande attenzione sarà posta alla partecipazione a reti e gruppi di lavoro internazionali da cui partono le bozze dei bandi europei, alla comunicazione della scienza, al suo trasferimento.

Per lo sviluppo della ricerca in Unica è necessario togliere vincoli più restrittivi rispetto alla legge riferiti alla possibilità di contrattualizzare personale, alla durata e all’entità dei contratti.